Segni di pace 2025

Non vogliamo essere spettatori.

Vogliamo contribuire alla costruzione sociale e culturale della nostra epoca e non subirla semplicemente come spettatori e sudditi, da qui la nostra preoccupazione rispetto alle svolte violente e disumane della politica internazionale, alla continua violazione del diritto umano, internazionale, del mare, dei lavoratori e il conseguente accanimento sugli ultimi della terra, lo sfruttamento cinico e irrazionale delle risorse naturali, il perseguimento del profitto ad ogni costo come scopo ultimo di ogni attività e relazione.

Vogliamo pensare, riflettere, ideare un “frattempo” e un “dopo” rispetto alla direzione che la politica e l’economia mondiale sta percorrendo con forza, per cercare di immaginare e di chiedere una nuova fase, da costruire con nuovi paradigmi di solidarietà.

Vogliamo parlare, vogliamo farlo assieme ai nostri ospiti, testimoni e autori di un altro mondo possibile.

Vogliamo tornare a parlare di umanità, solidarietà, uguaglianza, di cura e di comunità, per ritrovare il coraggio di disubbidire, rompere il silenzio e riaffermare questi valori superando il senso comune e l’indifferenza.

La pace va percorsa, va coltivata e va vissuta a partire dai luoghi in cui stiamo e insieme con le persone che incontriamo.

Per noi pace è costruire giustizia, conoscere e convivere le differenze, ascoltare il grido disperato degli ultimi sfruttati e dimenticati.

Pace è impegnarsi per superare le profonde disuguaglianze che il sistema economico genera attraverso il deterioramento dei legami di solidarietà e la distruzione del tessuto sociale e ambientale.

La pace è incontro, confronto ma anche scelta di campo e partecipazione, riconoscimento dell’altro.
Una cultura di pace serve perché un altro mondo è possibile.

 

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